Competitive Data ha completato l’analisi dei bilanci delle prime 190 società di capitali appartenenti al settore dell’abbigliamento esterno donna per il triennio 2016-2018.
Nel momento in cui viene scritto questo articolo è in atto la Fase 2 dell’emergenza Covid-19 in Italia, che ha visto proprio il settore dell’abbigliamento tra quelli più colpiti dal lockdown. Secondo la società McKinsey il 2020 vedrà un calo globale delle vendite di beni di lusso del 35-39% rispetto al 2019, dove abbigliamento e calzature riusciranno a “contenere” la flessione tra il 27-30%.
Nei primi 3 mesi del 2020 la perdita in termini di capitalizzazione di borsa per le aziende del sistema moda è stata del 40%.
Un buon numero di aziende potrebbero finire in bancarotta tra il 2020 ed il 2021, mentre altre tenderanno a fondersi per sopravvivere. Ansietà ed incertezza hanno cambiato gli stili di consumo a svantaggio del consumismo degli eccessi, ed a vantaggio di una maggiore sostenibilità e consapevolezza.
La perdita media di fatturato per l’intero sistema tessile-moda-abbigliamento italiano è stata del -36% nel primo trimestre 2020, pari a 3,5 miliardi di euro, dove le aziende a monte della filiera hanno resistito meglio poiché le loro fabbriche hanno continuato a lavorare, a differenza di chi è a diretto contatto con il mercato, a causa dei negozi obbligati a rimanere chiusi.
La chiusura forzata dei negozi di abbigliamento, e la successiva riapertura ma con tutte le difficoltà del caso in termini di prevenzione e distanziamento sociale, ha accelerato ulteriormente l’integrazione tra canale on line e fisico: Ferragamo ad esempio ha attivato subito uno show room virtuale, mentre sono più che raddoppiate le vendite in live streaming sulla piattaforma e-commerce cinese Taobao, come riportato sul nostro speciale dedicato all’impatto del Covid-19 sull’economia italiana e mondiale https://www.monitoraitalia.it/coronavirus-economia-mondiale-e-italiana-previsioni-e-scenari-futuri/
Stessa strada sta seguendo il gruppo spagnolo Inditex, proprietario dei marchi Zara, Massimo Dutti, Oysho, Stradivarius, Bershka, che potrebbe arrivare a chiudere 1.200 negozi, ma deciso a potenziare le vendite online. Decisione frutto di un primo trimestre 2020 che ha visto calare le vendite dei negozi del 44% (pari a 3,3 mld di euro), e crescere quelle online del 50%
RICAVI IN crescita
I ricavi complessivi dell’abbigliamento esterno donna nel 2018 registrano una crescita del +2,2%, con le regioni del Nord Est che ottengono la crescita maggiore, +2,7%, seguite dalle regioni del Nord Ovest con un incremento +2,3%, mentre le regioni del Centro crescono del +0,8%, ed infine le regioni del Sud e delle Isole con il +0,4%.