Competitive Data ha analizzato i bilanci delle prime 159 aziende del servizio idrico integrato, cioè quelle aziende impegnate nelle attività di trattamento e fornitura di acqua, per il triennio 2015-2017.
Tuttavia la funzione di tali aziende non consiste solo nella gestione delle risorse idriche, ma, secondo l’attuale normativa, il servizio idrico integrato è costituito dall’insieme dei servizi pubblici di captazione, adduzione e distribuzione dell’acqua ad usi civili, di fognatura e di depurazione delle acque reflue.
Perché si parla di trattamento dell’acqua? Procediamo per gradi.
La prima fase è quella della captazione, cioè l’acqua viene prelevata dalle falde acquifere, dalle sorgenti, o dalle acque in superficie.
Successivamente subentra la fase del trattamento dell’acqua, che deve essere depurata dagli elementi inquinanti, e sottoposta a vari trattamenti chimici, come ad esempio quello della clorazione.
Solo dopo questa fase di trattamento l’acqua può essere inviata negli impianti di accumulo, e quindi distribuita.
L’organizzazione del settore, ed il numero di player ivi presenti, è stata profondamente rivista e razionalizzata con l’istituzione degli ATO, Ambiti Territoriali Ottimali, che ha fatto scendere il numero di gestori del servizio idrico da 7.800 a 700 circa.
Tuttavia permangono delle situazioni opache, a partire dalla coesistenza di varie tipologie di forme giuridiche, con la presenza di aziende pubbliche, private, e miste.
Ma veniamo ai numeri.
I ricavi complessivi registrano una flessione del -0,5% dove, ad una crescita delle regioni del Nord Ovest, +1,6%, e del Centro (+0,3%), fanno da contraltare la flessione delle regioni del Nord Est, -0,5%, e quelle di Sud e Isole, -4,2%.